Gli ufologi possono essere contenti, almeno un’altra forma di vita è sicuramente presente nell’Universo e non è nemmeno tanto distante da noi, anzi, è proprio dentro di noi.
Infatti, conviviamo con una popolazione microbica che è addirittura 10 volte più numerosa delle nostre cellule e che ci fornisce circa 3-4 milioni di unità geniche verso le nostre 24000.
Le unità geniche sono come le parole di un dizionario di una lingua, maggiore sono, più la lingua è evoluta. Ad esempio, invece di dire: “dormi!”, può dire: “ti vedo stanco, ti suggerirei di andare a riposare.” Ossia si può adattare meglio a diverse circostanze.
Senza le unità geniche fornite dal microbiota saremo poco più di insetti.
Mentre il nostro corpo cellulare è costituito da 1013 cellule con 24000 unità geniche con un peso medio di 70-80 kg, il corpo microbico, che diciamo di ospitare, è costituito da 1014 batteri con 3-4 milioni di unità geniche con un peso di circa 1 kg. Questa differenza nel rapporto tra energia performante e peso tra le nostre cellule e i nostri batteri ricorda la differenza tra la fisica del mondo macroscopico e quella delle particelle, ossia con elevata energia e massa irrisoria. Ad esempio, mentre per un camion che pesa 10 tonnellate e viaggia a 80 km/h è irrisoria la probabilità di oltrepassare un muro alto 10 m trovandosi al di là del muro senza demolirlo (p< 1 su 10 alla 1027), per un neutrone che ha una massa di 10-27 kg e che viaggia alla velocità della luce è molto più probabile attraversare un nucleo di un atomo rispetto a scavalcarlo. Questo effetto, che si chiama effetto tunnel, è così tanto probabile che lo abbiamo sfruttato nei microscopi elettronici a effetto tunnel (TEM).
Possiamo, pertanto, intuire come il corpo microbico che “ospitiamo” abbia proprietà nettamente superiori a quelle del nostro corpo cellulare.
Infatti George Weinstock, del Genoma Institute dell’università di Washington scrive che: “noi siamo maggiormente caratterizzati dal DNA dei nostri batteri, rispetto al DNA delle nostre cellule e che questo microbioma è capace di compensare i nostri danni genetici, silenziandoli, è capace a riparare il nostro DNA, che subisce errori ogni volta che replica e senza questi processi riparativi arriveremo ad avere 1027 errori di replicazione al giorno (è stato assegnato un premio Nobel ai 3 biochimici che hanno scoperto questi meccanismi di riparazione), ma, non solo, è capace a modificare l’espressione del nostro DNA.”
Possiamo considerarci come una tartaruga, dove noi siamo il carapace, che ci ostiniamo a curare senza preoccuparci del corpo della tartaruga (microbiota), ma se noi curiamo la tartaruga (microbiota) sarà suo compito mantenere sano il microbiota.