Il microbiota intestinale come ago della bilancia tra salute e malattia. [1]

 

Le crescenti indagini sulle interazioni ospite-microbiota hanno rivelato che il microbiota intestinale è un mediatore critico nel mantenimento della salute (Holmes et al., 2011).

Generalmente il “microbiota intestinale” è la variegata comunità microbica (batteri, funghi, archei, virus e protozoi) che colonizza il tratto gastrointestinale del loro ospite (Shukla et al., 2017).

La composizione del microbioma intestinale è simile a livello di phylum (principalmente Bacteroidetes e Firmicutes), ma la diversità e la ricchezza delle specie tende a variare tra gli individui (Tremaroli e Backhed, 2012).

 

Le crescenti indagini sulle interazioni ospite-microbiota hanno rivelato che il microbiota intestinale è un mediatore critico nel mantenimento della salute (Holmes et al., 2011).

Generalmente il “microbiota intestinale” è la variegata comunità microbica (batteri, funghi, archei, virus e protozoi) che colonizza il tratto gastrointestinale del loro ospite (Shukla et al., 2017).

La composizione del microbioma intestinale è simile a livello di phylum (principalmente Bacteroidetes e Firmicutes), ma la diversità e la ricchezza delle specie tende a variare tra gli individui (Tremaroli e Backhed, 2012).

I fattori che determinano la struttura del microbiota sono: genetica dell’ospite, fattori ambientali, la dieta, lo stress, malattie (Shukla et al., 2017). Mentre è proprio il microbiota che attraverso geni, proteine o metaboliti determina la salute e le malattie dell’ospite (Shukla et al., 2017).

L'omeostasi energetica fisiologica è regolata dal microbiota. Ad esempio, Donohoe et al. (2011) hanno riferito che il butirrato prodotto dal microbiota fornisce energia ai colonociti e quindi previene l'autofagia nel colon. Inoltre, l'omeostasi fisiologica può essere interrotta dal microbiota ma ciò comporta: interruzione del metabolismo dell'ospite, disregolazione immunitaria, neurologica e disfunzione cognitiva e altro (Roy e Trinchieri, 2017).

Questo stato alterato causerebbe una serie di disturbi, tra cui obesità, diabete, autoimmunità, allergia, malattie infiammatorie intestinali (IBD) e cancro (Holmes et al., 2011; Buret, 2016). I dati emergenti sul microbiota intestinale rivelano che è coinvolto in diverse malattie attraverso l'asse intestino-cervello (Baruch e Schwartz, 2016), l’asse intestino-polmone (Budden et al., 2017; Shukla et al., 2017), l’asse intestino-fegato (Nicolas et al., 2017; Xue et al., 2017), l’asse intestino-osso (Ohlssone Sjogren, 2015; Yan et al., 2016; Ridler, 2017; Villa et al., 2017), l’asse intestinale-vascolare (Zhu et al., 2016; Li et al., 2017) e altri assi.

La comunicazione microbiota-ospite nelle patologie

Dal momento che il microbiota intestinale è nel tratto gastrointestinale, è evidente che anch’esso possa contribuire alle patologie intestinali (Holmes et al., 2011). Tuttavia, prove emergenti mostrano che il microbiota è implicato anche in organi extra intestinali, sulla base di differenti composizioni batteriche. L’alterazione della composizione potrebbe essere attribuita alla dieta o all'ambiente (freddo, antibiotici, uso di probiotici e insorgenza di infezioni) e dominano lo stato fisiologico dell'ospite.

Più sostanzialmente, le vie di comunicazione tra i l'intestino e altri organi sono mediati dal contatto neuronale diretto, da cellule enteroendocrine, cellule immunitarie e metaboliti microbici (Schroeder e Backhed, 2016).

 

Questo ruolo del microbiota come ago della bilancia tra salute e malattia è dovuto alle diverse funzioni di controllo che esso svolge:

 

 

In pratica il microbiota opera come una centralina di controllo, ed è in grado di svolgere anche funzioni fisiologiche come:

  • Regolazione della pressione sanguigna
  • Plasma i livelli di colesterolo
  • Funzioni cardiache
  • Funzioni renali
  • Sistema neuroendocrino

E non è un caso che il microbiota sia stato trovato alterato in molte, se non tutte, le patologie di seguito elencate.

Addirittura, Di Sabatino et al. riportano che alterazioni diverse del microbiota, che portano a differenti risposte infiammatorie, conducono a patologie differenti come Alzheimer o Parkinson.

In ultima analisi, al di là delle sintomatologie presenti, può essere utile rinforzare il microbiota.

[1] Feng Q, Chen WD, Wang YD. Gut Microbiota: An Integral Moderator in Health and Disease. Front Microbiol. 2018 Feb 21;9:151.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5826318/pdf/fmicb-09-00151.pdf

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